“Per vedere quale sarà l’aumento effettivo delle rate bisognerà attendere di vedere come si muoverà l’Euribor, perché se è vero che l’indice cambia sulle base delle aspettative dei tassi BCE, non è detto che lo faccia in misura uguale ai tassi della banca centrale”, spiega Ivano Cresto, Managing Director prodotti di finanziamento di Facile.it. “Fermo restando che l’impatto sarà diverso per ciascun mutuatario in base all’importo residuo del finanziamento e al numero di rate ancora da pagare; più si è vicini alla fine del piano di ammortamento, minore sarà l’effetto sulle rate”.
Tassi Bce al 2 per cento, di quanto aumenteranno le rate del mutuo
Secondo le simulazioni di Facile.it, considerando un mutuo variabile medio, se l’Euribor seguisse un aumento analogo al nuovo aumento dei tassi Bce, la rata mensile salirà di quasi 50 euro il che, sommato agli aumenti precedenti, porterà l’incremento totale a quasi 150 euro in più rispetto a inizio anno.
Un mutuatario medio che ha sottoscritto un finanziamento variabile da 126.000 euro a gennaio 2022 si troverà quindi a pagare una rata da 604 euro, vale a dire il 32% in più rispetto alla prima rata. Se invece l’aumento dell’Euribor fosse più contenuto e pari a 50 punti base, la rata salirà a quasi 590 euro (circa 32 euro in più rispetto ad oggi, 132 euro in più se paragonata a quella di inizio anno). Se si guarda però ai Futures sugli Euribor, che rappresentano l’aspettativa che gli operatori hanno sull’andamento dell’indice nei prossimi anni, emerge un possibile aumento ancor più consistente. Secondo queste previsioni, entro fine anno l’indice Euribor (a 3 mesi) arriverà al 2,24%; se così fosse, la rata del mutuo simulato salirebbe addirittura a 630 euro, vale a dire 174 euro in più rispetto a inizio anno.
Di quanto sono aumentati i mutui nel 2022
Nel 2022 il tasso (Tan) di partenza sui mutui sottoscritti a gennaio e usati nell’analisi di Facile.it è pari a 0,67%, corrispondente ad una rata mensile di 456 euro. Se nella prima parte del 2022 le rate sono cresciute leggermente (da gennaio a giugno il rincaro è stato di soli 13 euro), dopo gli aumenti dei tassi da parte della BCE (+0,50% a luglio e +0,75% a settembre) gli indici dei mutui variabili sono schizzati alle stelle tanto che, a ottobre 2022, la rata è arrivata a circa 556 euro, ovvero circa 100 euro in più rispetto a quella iniziale.
Mutui fissi e variabili, aumenti dopo la Bce
Anche secondo il Codacons l’aumento dei tassi d’interesse di 0,75 punti deciso oggi dalla Bce rappresenta una mazzata per le famiglie italiane. Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, la rata mensile salirà tra i 40 e i 50 euro. Se però si considerano tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea negli ultimi mesi, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile salirà complessivamente tra i 120 e i 150 euro rispetto a quanto pagato lo scorso anno, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +1.440 e +1.800 euro all’anno.
“Avevamo previsto lo scorso agosto la stangata sui mutui che sarebbe scattata in autunno, e purtroppo i nostri timori hanno trovato conferma – afferma il presidente Carlo Rienzi. – L’incremento del costo dei finanziamenti si aggiunge così al caro-bollette e all’emergenza prezzi, aggravando ulteriormente i conti degli italiani: ciò apre un altro pericoloso fronte, quello dei ritardi nei pagamenti delle rate da parte delle famiglie in difficoltà, schiacciate dall’emergenza energia, da un’inflazione alle stelle e ora anche da mutui sempre più cari e difficili da pagare”.
Mutui a tasso variabile, di quanto aumentano dopo la Bce
“Il terzo maxi-aumento dei tassi voluto dalla BCE a causa dell’inflazione ancora troppo elevata avrà un impatto quasi immediato sui mutui a tasso variabile. Già a dicembre, per un mutuo di 100.000 euro è prevedibile un aumento della rata di circa 35 euro” evidenzia Guido Bertolino responsabile Business Development di MutuiSupermarket.it.
Tassi Bce più cari, cosa succede ai mutui?
Non tutti però si aspettano un impatto significativo sui mutui dopo l’aumento dei tassi Bce che, secondo Alessio Santarelli, Direttore Generale di Gruppo MutuiOnline e AD di MutuiOnline SpA, era ampiamente annunciato. “L’effetto dei due aumenti precedenti è stato sostanzialmente neutro, commenta. – Nel terzo trimestre i finanziamenti erogati per acquisto, secondo i dati di Assofin, sono leggermente calati del 4% rispetto all’anno precedente, ma rimangono in aumento del 26% rispetto al 2019, prima della pandemia. L’aumento dei tassi poi non ha grande impatto sul merito di credito e sulla bancabilità dei potenziali acquirenti e li spinge ad accelerare il processo di acquisto per accaparrarsi buone offerte per il timore che salgano ancora i tassi. Inoltre è importante ricordare che il mercato immobiliare italiano è in salute, con una crescita del costo medio degli immobili pari a solo il 6%; diversa è la situazione in altri paesi, sia in Europa sia oltreoceano, dove l’aumento del costo degli immobili è stata di oltre il 30% negli ultimi tre anni e ci si possono aspettare delle inversioni di tendenza del mercato”.
Rate del mutuo e tassi Bce
Tuttavia anche MutuiOnline ammette che ci saranno aumenti per le rate del mutuo a seguito del rialzo tassi. Un impiegato di 39 anni che richiede un mutuo di 140.000€ per un immobile da 200.000€, quindi con un Loan To Value (LTV) del 70%, con durata 20 anni, ad esempio, fino a ieri avrebbe avuto la migliore offerta a tasso fisso con un tasso del 3,36% e pagamento di 802€ mensili. Con l’aumento di 75 bps la rata diventerebbe 857 euro, aumentando quindi del 7%, e costando oltre 13 mila euro in più nell’arco di 20 anni.
Il tasso variabile crescerebbe in proporzione di più: la migliore offerta al momento prevede un pagamento di 641 euro al mese, con tasso 0,95%, che diventerebbero 689 euro se il tasso salisse a 1,70%, richiedendo un esborso di oltre 11 mila euro in più.
Rate del mutuo più care, italiani in difficoltà
Come confermato dall’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat, 2,4 milioni di italiani con un mutuo a tasso variabile hanno dichiarato di aver avuto difficoltà, nei primi 9 mesi dell’anno, a rimborsare il finanziamento e addirittura 218.000 mutuatari hanno dovuto saltare una o più rate.
Un fenomeno – si legge nell’indagine realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale – che potrebbe aumentare tanto è vero che sono più di 780.000 i mutuatari (tra chi ha un finanziamento a tasso fisso e chi lo ha variabile) che hanno dichiarato che, se i prezzi continueranno a salire, potrebbero essere costretti a saltare le prossime rate.
Mutui più cari, come difendersi
La difficoltà di pagare il mutuo diventa quindi concreta per gli italiani; come evitare di ritrovarsi ad essere segnalati come cattivi pagatori?
“Chi ha un mutuo a tasso variabile e teme di trovarsi in difficoltà deve muoversi in anticipo evitando di arrivare al punto in cui non riesce più a rimborsare le rate” è il parere di Cresto di Facile.it. “Il consiglio è di stabilire il livello massimo oltre il quale la rata potrebbe diventare insostenibile e rivolgersi al proprio istituto di credito o ad un consulente per individuare una soluzione. Surrogare il finanziamento verso un tasso fisso o un variabile con cap, così da proteggersi da ulteriori aumenti, oppure allungare la durata del finanziamento, alleggerendo la rata mensile, potrebbero essere soluzioni concrete per ridurre la pressione sul budget familiare e non trovarsi in difficoltà in futuro”.
Dello stesso parere Guido Bertolino di MutuiSupermarket.it. “In questa fase di rapida stretta monetaria è praticamente un must per chi ha un mutuo a tasso variabile considerare l’ipotesi di una surroga in favore di un mutuo a tasso Fisso o Variabile con Cap, – spiega, -per proteggersi da ulteriori aumenti dei tassi sempre più probabili nei prossimi mesi. L’aspirante surrogatore non potrà aspettarsi condizioni più favorevoli di mutuo, che gli consentano un risparmio immediato, ma potrà frenare e porre un limite all’aumento della rata, dato che la rotta non cambia: i tassi stanno lievitando e continueranno a farlo nel prossimo futuro”.
La Bce alzerà ancora i tassi?
La corsa dei tassi Bce si fermerà o continuerà ancora? Secondo Altaf Kassam, EMEA Head of Investment Strategy and Research di State Street Global Advisors, “questa seconda mossa di 75 pb porta il tasso di deposito a metà dell’intervallo dell’1-2% per il tasso neutrale citato dai funzionari della BCE, il che dovrebbe fornire un punto naturale per rallentare il ritmo degli aumenti, data l’alta probabilità di una recessione nell’Eurozona nel quarto trimestre. Di conseguenza, ci aspettiamo che la BCE rallenti il ritmo dei rialzi dei tassi, aumentando “solo” di altri 50 punti percentuali a dicembre, raggiungendo un tasso di deposito del 2% entro la fine dell’anno. Come hanno dimostrato le previsioni riviste della BCE, il 2023 si preannuncia un anno difficile e la Banca Centrale ha bisogno di quanta più flessibilità possibile”.
Il 27 ottobre 2022 la BCE, secondo le attese, ha aumentato i tassi di interesse di un ulteriore 0,75 per cento, portando il costo del denaro complessivamente al 2 per cento, un livello che non si vedeva davvero da moltissimo tempo. Cosa significa questo per le rate del mutuo? Per chi ha un mutuo a tasso fisso stipulato da tempo, poco e nulla; per chi deve accendere un nuovo contratto prossimamente, o ha un mutuo a tasso variabile, le conseguenze si faranno invece sentire in termini di maggiori costi. I calcoli e i commenti degli esperti.
“Per vedere quale sarà l’aumento effettivo delle rate bisognerà attendere di vedere come si muoverà l’Euribor, perché se è vero che l’indice cambia sulle base delle aspettative dei tassi BCE, non è detto che lo faccia in misura uguale ai tassi della banca centrale”, spiega Ivano Cresto, Managing Director prodotti di finanziamento di Facile.it. “Fermo restando che l’impatto sarà diverso per ciascun mutuatario in base all’importo residuo del finanziamento e al numero di rate ancora da pagare; più si è vicini alla fine del piano di ammortamento, minore sarà l’effetto sulle rate”.
Tassi Bce al 2 per cento, di quanto aumenteranno le rate del mutuo
Secondo le simulazioni di Facile.it, considerando un mutuo variabile medio, se l’Euribor seguisse un aumento analogo al nuovo aumento dei tassi Bce, la rata mensile salirà di quasi 50 euro il che, sommato agli aumenti precedenti, porterà l’incremento totale a quasi 150 euro in più rispetto a inizio anno.
Un mutuatario medio che ha sottoscritto un finanziamento variabile da 126.000 euro a gennaio 2022 si troverà quindi a pagare una rata da 604 euro, vale a dire il 32% in più rispetto alla prima rata. Se invece l’aumento dell’Euribor fosse più contenuto e pari a 50 punti base, la rata salirà a quasi 590 euro (circa 32 euro in più rispetto ad oggi, 132 euro in più se paragonata a quella di inizio anno). Se si guarda però ai Futures sugli Euribor, che rappresentano l’aspettativa che gli operatori hanno sull’andamento dell’indice nei prossimi anni, emerge un possibile aumento ancor più consistente. Secondo queste previsioni, entro fine anno l’indice Euribor (a 3 mesi) arriverà al 2,24%; se così fosse, la rata del mutuo simulato salirebbe addirittura a 630 euro, vale a dire 174 euro in più rispetto a inizio anno.
Di quanto sono aumentati i mutui nel 2022
Nel 2022 il tasso (Tan) di partenza sui mutui sottoscritti a gennaio e usati nell’analisi di Facile.it è pari a 0,67%, corrispondente ad una rata mensile di 456 euro. Se nella prima parte del 2022 le rate sono cresciute leggermente (da gennaio a giugno il rincaro è stato di soli 13 euro), dopo gli aumenti dei tassi da parte della BCE (+0,50% a luglio e +0,75% a settembre) gli indici dei mutui variabili sono schizzati alle stelle tanto che, a ottobre 2022, la rata è arrivata a circa 556 euro, ovvero circa 100 euro in più rispetto a quella iniziale.
Mutui fissi e variabili, aumenti dopo la Bce
Anche secondo il Codacons l’aumento dei tassi d’interesse di 0,75 punti deciso oggi dalla Bce rappresenta una mazzata per le famiglie italiane. Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, la rata mensile salirà tra i 40 e i 50 euro. Se però si considerano tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea negli ultimi mesi, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile salirà complessivamente tra i 120 e i 150 euro rispetto a quanto pagato lo scorso anno, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +1.440 e +1.800 euro all’anno.
“Avevamo previsto lo scorso agosto la stangata sui mutui che sarebbe scattata in autunno, e purtroppo i nostri timori hanno trovato conferma – afferma il presidente Carlo Rienzi. – L’incremento del costo dei finanziamenti si aggiunge così al caro-bollette e all’emergenza prezzi, aggravando ulteriormente i conti degli italiani: ciò apre un altro pericoloso fronte, quello dei ritardi nei pagamenti delle rate da parte delle famiglie in difficoltà, schiacciate dall’emergenza energia, da un’inflazione alle stelle e ora anche da mutui sempre più cari e difficili da pagare”.
Mutui a tasso variabile, di quanto aumentano dopo la Bce
“Il terzo maxi-aumento dei tassi voluto dalla BCE a causa dell’inflazione ancora troppo elevata avrà un impatto quasi immediato sui mutui a tasso variabile. Già a dicembre, per un mutuo di 100.000 euro è prevedibile un aumento della rata di circa 35 euro” evidenzia Guido Bertolino responsabile Business Development di MutuiSupermarket.it.
Tassi Bce più cari, cosa succede ai mutui?
Non tutti però si aspettano un impatto significativo sui mutui dopo l’aumento dei tassi Bce che, secondo Alessio Santarelli, Direttore Generale di Gruppo MutuiOnline e AD di MutuiOnline SpA, era ampiamente annunciato. “L’effetto dei due aumenti precedenti è stato sostanzialmente neutro, commenta. – Nel terzo trimestre i finanziamenti erogati per acquisto, secondo i dati di Assofin, sono leggermente calati del 4% rispetto all’anno precedente, ma rimangono in aumento del 26% rispetto al 2019, prima della pandemia. L’aumento dei tassi poi non ha grande impatto sul merito di credito e sulla bancabilità dei potenziali acquirenti e li spinge ad accelerare il processo di acquisto per accaparrarsi buone offerte per il timore che salgano ancora i tassi. Inoltre è importante ricordare che il mercato immobiliare italiano è in salute, con una crescita del costo medio degli immobili pari a solo il 6%; diversa è la situazione in altri paesi, sia in Europa sia oltreoceano, dove l’aumento del costo degli immobili è stata di oltre il 30% negli ultimi tre anni e ci si possono aspettare delle inversioni di tendenza del mercato”.
Rate del mutuo e tassi Bce
Tuttavia anche MutuiOnline ammette che ci saranno aumenti per le rate del mutuo a seguito del rialzo tassi. Un impiegato di 39 anni che richiede un mutuo di 140.000€ per un immobile da 200.000€, quindi con un Loan To Value (LTV) del 70%, con durata 20 anni, ad esempio, fino a ieri avrebbe avuto la migliore offerta a tasso fisso con un tasso del 3,36% e pagamento di 802€ mensili. Con l’aumento di 75 bps la rata diventerebbe 857 euro, aumentando quindi del 7%, e costando oltre 13 mila euro in più nell’arco di 20 anni.
Il tasso variabile crescerebbe in proporzione di più: la migliore offerta al momento prevede un pagamento di 641 euro al mese, con tasso 0,95%, che diventerebbero 689 euro se il tasso salisse a 1,70%, richiedendo un esborso di oltre 11 mila euro in più.
Rate del mutuo più care, italiani in difficoltà
Come confermato dall’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat, 2,4 milioni di italiani con un mutuo a tasso variabile hanno dichiarato di aver avuto difficoltà, nei primi 9 mesi dell’anno, a rimborsare il finanziamento e addirittura 218.000 mutuatari hanno dovuto saltare una o più rate.
Un fenomeno – si legge nell’indagine realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale – che potrebbe aumentare tanto è vero che sono più di 780.000 i mutuatari (tra chi ha un finanziamento a tasso fisso e chi lo ha variabile) che hanno dichiarato che, se i prezzi continueranno a salire, potrebbero essere costretti a saltare le prossime rate.
Mutui più cari, come difendersi
La difficoltà di pagare il mutuo diventa quindi concreta per gli italiani; come evitare di ritrovarsi ad essere segnalati come cattivi pagatori?
“Chi ha un mutuo a tasso variabile e teme di trovarsi in difficoltà deve muoversi in anticipo evitando di arrivare al punto in cui non riesce più a rimborsare le rate” è il parere di Cresto di Facile.it. “Il consiglio è di stabilire il livello massimo oltre il quale la rata potrebbe diventare insostenibile e rivolgersi al proprio istituto di credito o ad un consulente per individuare una soluzione. Surrogare il finanziamento verso un tasso fisso o un variabile con cap, così da proteggersi da ulteriori aumenti, oppure allungare la durata del finanziamento, alleggerendo la rata mensile, potrebbero essere soluzioni concrete per ridurre la pressione sul budget familiare e non trovarsi in difficoltà in futuro”.
Dello stesso parere Guido Bertolino di MutuiSupermarket.it. “In questa fase di rapida stretta monetaria è praticamente un must per chi ha un mutuo a tasso variabile considerare l’ipotesi di una surroga in favore di un mutuo a tasso Fisso o Variabile con Cap, – spiega, -per proteggersi da ulteriori aumenti dei tassi sempre più probabili nei prossimi mesi. L’aspirante surrogatore non potrà aspettarsi condizioni più favorevoli di mutuo, che gli consentano un risparmio immediato, ma potrà frenare e porre un limite all’aumento della rata, dato che la rotta non cambia: i tassi stanno lievitando e continueranno a farlo nel prossimo futuro”.
La Bce alzerà ancora i tassi?
La corsa dei tassi Bce si fermerà o continuerà ancora? Secondo Altaf Kassam, EMEA Head of Investment Strategy and Research di State Street Global Advisors, “questa seconda mossa di 75 pb porta il tasso di deposito a metà dell’intervallo dell’1-2% per il tasso neutrale citato dai funzionari della BCE, il che dovrebbe fornire un punto naturale per rallentare il ritmo degli aumenti, data l’alta probabilità di una recessione nell’Eurozona nel quarto trimestre. Di conseguenza, ci aspettiamo che la BCE rallenti il ritmo dei rialzi dei tassi, aumentando “solo” di altri 50 punti percentuali a dicembre, raggiungendo un tasso di deposito del 2% entro la fine dell’anno. Come hanno dimostrato le previsioni riviste della BCE, il 2023 si preannuncia un anno difficile e la Banca Centrale ha bisogno di quanta più flessibilità possibile”.